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Avvicinandovi al mondo degli scacchi probabilmente avrete sentito parlare di Gambetto di donna, Siciliana, etc. Per studiare cosa sono bisogna però entrare nell’ottica che le partite di scacchi vengono principalmente divise in tre fasi: apertura, mediogioco, finale.

L’apertura è la prima fase della partita, si parte con tutti i pezzi nella loro posizione iniziale e si cerca di disporre i propri pezzi in una situazione funzionale per l’attacco dello schieramento avversario, ma allo stesso tempo a difesa del proprio. L’apertura è fatta dalle prime mosse della partita e le varie sequenze di mosse sono state ampiamente studiate nel tempo e raccolte nei libri di teoria delle aperture. Quindi è possibile studiando l’apertura conoscere la mossa migliore in risposta a quella del vostro avversario, ed ogni sequenza in base alla posizione a cui si arriva ha un nome.

Le aperture vengono quindi identificate con un nome, che può essere il nome del primo giocatore che ha giocato e sviluppato quella apertura in torneo (difesa Philidor, partita Bird, difesa Grünfeld, etc.), oppure il luogo dove l’apertura è stata studiata o giocata per la prima volta (partita italiana, gambetto budapest, partita spagnola, etc.). All’inizio degli anni ’70 del secolo scorso nasce l’Enciclopedia della aperture di scacchi, in cui sono catalogate tutte le aperture sviluppate, studiate e possibili.

La cosa più bella dell’apertura secondo me è che riflette il carattere del giocatore, ognuno di noi ha una o più aperture preferite e quelle che invece non giocherà mai, questo è dato anche dalla personalità e dalle differenze che ci contraddistinguono come giocatori e come persone.

Laker-Bauer 1889

La fase successiva all’apertura è il mediogioco, in questa caso però non c’è una precisa divisione tra queste due fasi è infatti difficile stabilire esattamente quando finisce la prima fase e inizia la seconda, per convenzione l’inizio del mediogioco è al termine dello sviluppo dei pezzi sulla scacchiera. In questa fase, si cerca di creare un reale vantaggio di materiale (numero di pezzi) o posizionale (per esempio distruggendo l’arrocco avversario e mettendo in pericolo il re) grazie alla tattica e alla strategia.

Infine si arriva al finale, a meno che la partita non sia già terminata con scacco matto, patta o abbandono. Il passaggio tra la seconda e la terza fase della partita avviene con il cambio dei pezzi, infatti nel finale si ha un numero ridotto di pezzi perciò il valore di ognuno dei restanti aumenta. Tipicamente fino a questa fase il re rimane protetto senza che il giocatore ne faccia un uso attivo, ma quando i pezzi sono pochi anche il re è un pezzo molto attivo che si muove sulla scacchiera per attaccare e difendere gli altri pezzi. Inoltre nel finale sono fondamentali i vantaggi accumulati nelle fasi precedenti, sia di materiale che di posizione. A questo punto non si può sottovalutare un pedone in più che ha la strada libera verso la promozione.

Qual è il vostro momento preferito della partita?