Penso almeno a tutti una volta in farmaci è capitato di sentirsi dire “Vuoi l’originale o il generico?” ma cerchiamo di capire cosa si intende per generico.
Partiamo però con il ricordare che quello che leggete sulla confezione, per esempio Tachipirina, è il nome commerciale non il farmaco (ossia il principio attivo), che invece è il paracetamolo. Quindi la formulazione finale del farmaco, quindi quello che ognuno di noi assume è il principio attivo più gli eccipienti, sostanze inerti che aiutano la somministrazione e l’assunzione del principio attivo che ha attività biologica per la patologia.
Il farmaco generico o come si dovrebbe chiamare BIOSIMILARE è un farmaco identico al farmaco originale, il principio attivo è sempre lo stesso ma ha un nome commerciale diverso perché prodotto da altre aziende che usano lo stesso principio attivo allo scadere dell’esclusività del brevetto.
Quando un’azienda sviluppa un farmaco deposita il brevetto e poi lo commercializza, ciò serve perchè le altre aziende non possono usare lo stesso principio attivo fino a 15 dopo, quando l’azienda perde l’esclusività del brevetto e altre aziende possono produrre farmaci con lo stesso principio attivo. Da qui nascono i farmaci bioequivalenti, che hanno la stessa composizione qualitativa e quantitativa di principio attivo, la stessa forma farmaceutica (compressa, polvere, liquido iniettabile) del farmaco originale di riferimento e che si comportano nell’organismo con le stesse modalità della molecola originale. Anche gli eccipienti dovranno essere abbastanza simili per avere la stessa forma farmaceutica, possono però cambiare gli aromatizzanti che danno sapore o i coloranti.
Perchè alle aziende conviene produrre un farmaco bioequivalente? perchè non devono passare attraverso tutta la trafila di sperimentazione, sviluppo e ricerca clinica fatta dall’azienda che produce il farmaco originale, fasi che hanno un costo non indifferente.
I farmaci biosimilari invece sono sono versioni alternative simili ma non identici del prodotto di riferimento (principio attivo di riferimento), queste leggera differenza è data dal processo di produzione che non può essere esattamente duplicato. In questi prodotti si deve dimostrare l’efficacia e la sicurezza del prodotto e in alcuni casi si arriva alla fase clinica. Si ha una riduzione dei costi per le aziende, ma non così significativa.
I farmaci biobetter invece hanno molecole con caratteristiche migliorative rispetto al farmaco originale in termini di assorbimento, durata d’azione del principio attivo, riduzione della frequenza di somministrazione del farmaco e della quantità della dose stessa.
Ho cercato di non entrare troppo nel dettaglio delle definizioni ma spero vi risultino chiari i concetti presentati.
Per qualsiasi domanda contattatemi!
A presto con un nuova #pilloladiscienza , Buone Feste!
*immagine di copertina fonte: lescienze.it